Iniziare bene

Un clic di proteine

La prima colazione per Genoveffa era importante; per questo aveva scelto di farlo con un pasto sostituivo ricco di proteine.

Dopo aver ripulito la cucina, si vestì e truccò con più cura del solito; non poteva di certo sfigurare il primo giorno!

Arrivò in azienda in taxi; e ad accoglierla all’entrata fu una ragazza dagli occhi azzurri e dai lunghi capelli corvini raccolti in una crocchia. 

Lei è la signora Genoveffa Sansoni? Lieta di conoscerla, io sono Mafalda Grimaldi la sua assistente-

-Bene Mafalda, chiamami pure Genoveffa, sono certa che andremo d’accordo! Mi sembri una ragazza sveglia; e il mio istinto non mi tradisce mai-.

Dopo aver fatto il giro dell’azienda e aver conosciuto tutti i collaboratori, Mafalda l’accompagnò nel suo ufficio.

Non appena rimase sola sfilò il cellulare dalla borsa e chiamò suo figlio Gianni. 

Rimase sorpresa nell’apprendere che Gianni aveva passato la notte da sua madre; pensava che Sergio intristito dalla sua partenza non avrebbe fatto a meno dalla compagnia del figlio; ma, evidentemente per lui era più faticoso dovergli preparare la cena e fargli il bucato. Eppoi, chissà come lo aveva convinto ad andare dalla nonna! Gianni non aveva mai avuto tanto piacere a dormire fuori casa.

Ancora una volta schiacciò i cattivi pensieri dandosi della paranoica. Non avrebbe mai consentito a se stessa di minare la sua serenità con mille dubbi! Ora doveva solo dimostrare ad Ornella di essere all’altezza del compito che le aveva affidato.

La scia del dubbio.

Anche tu meriti la tua fragranza

Genoveffa si svegliò nel cuore della notte completamente sudata: addormentarsi con addosso il tailleur del giorno prima, non era stata affatto una buona idea.  La camera, inondata dai primi raggi di sole che provenivano dall’enorme finestra, le parve ancora più bella. Apri le valigie e scelse con cura l’abito da indossare quel giorno; alla fine optò per un vestito di lana giallo e una giacca di pelle nera; poi prese il beautcase e si avviò in bagno.

 La vasca idromassaggio angolare, sembrava davvero confortevole; la riempi d’acqua calda e versò dentro i suoi oli preferiti. Il vapore acqueo unito alla fragranza dell’olio invase tutto il vano, avvolgendola in una deliziosa sensazione di benessere.

L’aspettava una giornata dura, e quel bagno era proprio quello che ci voleva per iniziare bene la giornata.

Mentre si strofinava dolcemente con la spugna, ripensò a tutto quello che era accaduto gli ultimi mesi; e troppe domande erano destinate a rimanere senza risposta. Una di queste era –Come mai all’improvviso Ornella avesse deciso di darle la promozione? –  la cosa le parve strana poiché non aveva mai avuto molta stima di lei, e poi non era nemmeno tanto entusiasta del lavoro che svolgeva; eppure, all’improvviso si trovò ad essere una delle migliori del reparto e  anche la più qualificata per coprire quella figura così importante tanto da spedirla in men che non si dica in tutt’altra regione!

Troppe cose in quella storia non quadravano; ma non era affatto il caso di pensarci ora, aveva troppo impegni quel giorno per continuare a trastullarsi nel bagno; quindi uscì dalla vasca e dopo essersi asciugata per bene, si recò in cucina per fare colazione.

Odore di casa

Il profumo di casa ovunque ti trovi

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Il bilocale situato in piazzale Michelangelo a Firenze, messo a disposizione dall’azienda, era spazioso e luminoso; e a Genoveffa piacque subito.

I mobili lineari e moderni, erano lucidati a dovere; mentre l’enorme vetrata dell’open space, offriva una bellissima vista sulla città.

Oltre ad essere tutto bianco e pulito, la piacevole fragranza usata per gli umidificatori, rendeva l’ambiente familiare e confortevole. 

A quanto pare Ornella aveva fatto in modo che lei ritrovasse lo stesso odore di casa.

– Chissà chi le aveva detto che usava quella fragranza per ambienti? Io non l’ho mai invitata a casa mia. Mah! Sarà stato un caso-.

Si domandò ad alta voce come se qualcuno in quella stanza potesse risponderle.

Trascinò le valigie in camera e si tolse il soprabito.

Lo lanciò su letto e si guardò intorno con stupore.  Anche la camera come la sala, era illuminata da un enorme vetrata che si trovava proprio ai piedi del letto. Sarebbe stato meraviglioso addormentarsi e risvegliarsi con lo stesso splendido panorama che dava sul centro storico e sul fiume Arno.

Dopo aver dato una rapida occhiata in giro si sdraiò su letto togliendosi le décolleté nere con un semplice gesto dei piedi.

Lo stress di quel giorno e di quelli precedenti ebbe la meglio sul suo sonno, si addormentò senza nemmeno cenare.

Trasferimento

Essenza wanted

Spruzza un clic

Oggi iniziamo a scrivere una nuova storia – iniziamo perché i vostri commenti sono importanti per me.

La storia ha come protagonista una donna in carriera.

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Genoveffa sapeva bene che accettare la promozione l’avrebbe costretta a trasferirsi, il che significava dover lasciare la sua famiglia per un anno o forse più.

Suo marito la spinse a non mollare, e che comunque potevano vedersi ogni fine settimana.

Non è che l’idea di lasciare suo marito Sergio e suo figlio Gianni da soli per cinque giorni a settimana la convinceva molto, ma a quanto pare non aveva alternativa.

Ornella, il suo capo, aveva usato un tono perentorio nel comunicarle la promozione: – per poter svolgere egregiamente il ruolo di responsabile vendite devo necessariamente trasferirti nella sede di Firenze. Un sacrificio che sicuramente ti porterà solo dei vantaggi.

A Genoveffa non restava molta scelta; e anche perché l’idea di non dover subire più la tirannia di Giulio, attuale responsabile vendite , era molto allettante. Così, spinta anche dell’incoraggiamento di Sergio, decise di accettare la promozione

La partenza era imminente, e lei dovette preparare i bagagli in men che non si dica per trasferirsi nella nuova sede.

Sergio era così entusiasta della promozione di Genoveffa che l’aiutó con solerzia a prendere il primo aereo che la portava Firenze. Gianni invece, dal canto suo, sembrava molto dispiaciuto della partenza materna; era molto attaccato a lei, e l’idea di doversene separare, anche se solo per cinque giorni a settimana, non gli andava affatto a genio; ma ormai aveva 14 anni, non poteva frignare come un bambino.

Genoveffa non poté fare meno di trattenere le lacrime nel salutare il figlio; lo strinse forte a se e gli raccomandò di fare attenzione al papà – non vorrei si desse alla pazza gioia ora che io non ci sono.

Salutò la sua piccola famiglia e si avviò verso gli imbarchi dell’aeroporto di Palermo.
In attesa che aprisse il gate, chiamò la madre Silvia per dirle che stava per salire in aereo.
Ma che mi significa che una donna deve fare carriera! E già tanto che lavora; pure fuori casa deve andare? Ma perché Sergio non può provvedere a te senza tanti sacrifici?-
Il tono di sua madre – donna d’altri tempi- la irritava; quindi smorzò la chiamata dicendole che doveva affrettarsi a salire in aereo.
Una volta imbarcata e allacciata la cintura di sicurezza, un flebile dubbio le attraversò la mente.
Schiacciò il pensiero con un gesto della mano come se si togliesse una mosca dal naso; e un profumo familiare inondò le sue narici. A parte Sergio, dove lo aveva già sentito?

Un inutile tentativo il suo; la mente ultimamente era troppo affollata da pensieri e preoccupazioni per poter ricordare gli eventi frivoli.

L’aereo stava per decollare, e Genoveffa ne approfittó per chiudere gli occhi. Riposare un po’ non poteva farle altro che bene, considerato lo stress degli ultimi giorni.

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